GALLERIA L’ATTICO – ROMA
15 marzo 1991
a cura di Fabio Sargentini
Nel momento delicato che attraversa tutta la pittura, non solo la sua, Pizzi Cannella sapeva di affrontare la prova del fuoco nella sua città, con questa mostra da me, dopo quella di tre anni fa. Per un pittore nato come lui la scommessa, non da poco, sta oggi nel dipingere la leggerezza stessa. Avevo visto l’anno scorso una personale di Pizzi a Parigi, formalmente splendida, di cui proprio la sapienza mi era parsa tuttavia l’alea per lui più insidiosa. E in questi mesi, recandomi allo studio, un dubbio mi assaliva: sarà capace di prosciugare la sua corposa pittura romana? Sarà in grado di assurgere a nuova leggerezza? Lo vedevo soffrire però, ottimo segno.
Via via l’ho visto discendere all’inferno, castigarsi la mano, stracciarsi addirittura le vesti del pittore. Solo allora, respinta a riva la maniera, ha ripescato la mano lieve per dipingere. E poco a poco sui compensati sono lievitati i vestiti, come spoglie dell’anima, vaganti su zattere. Uno zefiro metafisico ha ripreso ad aleggiare nei quadri di Pizzi. Pittura, peplo, piuma.
Che leggerezza ragazzi.
(Tratto da Uno zefiro metafisico, testo in catalogo di Fabio Sargentini) (1991)
CREDITS:
Le foto dell’installazione sono state realizzate da Claudio Abate