ESTORICK COLLECTION
Londra
Negli spazi della Estorick Collection Pizzi Cannella tesse un dialogo tra passato e presente. Più nello specifico, l’artista si muove tra il linguaggio delle avanguardie storiche italiane, tese tra futurismo e metafisica, e il suo percorso nomade di viaggiatore curioso e attento tra i luoghi e le culture del mondo. Il percorso intreccia l’universo della composta e timida “Donna con veletta” (1893) di Medardo Rosso che sembra essere evocato nella preziosità dei coralli e dei gioielli che appoggiano sul fondale della pittura di Pizzi Cannella come fosse una sottile e morbida pelle trasparente. I monili in “Corallo”, “Corallo d’Africa” (2015) richiamano alla memoria il gusto per l’ornamento antico ma anche la straordinaria attenzione per il frammento come se anche il più piccolo particolare fosse in grado di definire uno sguardo che si allarga verso il mondo. Il movimento meccanico, che scompone la luce futurista sul volto dell’”Idolo moderno” (1911) di Umberto Boccioni, si ritrova nella ricchezza dei preziosi monili, fatti di perle intrecciate come lunghe collane o pendenti di opulenti lampadari, “Salon de Musique” (2012) il cui tintinnio delle gocce di vetro o di gemme e’ suggerito dalla pennellata che accarezza l’andamento arabescato del motivo decorativo. Eppure, nell’immobilità dell’immagine, l’intera stanza sembra muoversi a contatto con le luci sfaccettate proiettate dalla lampada preziosa. “Grand Hotel o Caffè Noir” (2014) innesca un dialogo tra presenza e assenza. Vengono in mente i caffè di Carlo Carrà dove la solitudine, espressa nella solitaria sintesi dei singoli elementi, sposta l’attenzione dal brusio, che solitamente il luogo del caffè suggerisce, ad una dimensione metafisica, fatta di silenzi e di elementi in posa, in costante attesa.
Estratto dal testo in catalogo:
Quando lo sguardo si perde tra intrecci e apparizioni
di Giovanna Nicoletti